Una coperta rossa
con l'arancione e il giallo
miscellanea
ardente
legata con un nastro
a scampoli di vita
e amori impossibili
un gioco che riscalda
immutabile
adorna spensierato
un largo rattoppo nero.
da " Il mondo di Taitù"
"Mai resteremo soli
avvolti nella nostra solitudine
impacciati di brusii
esterrefatti dai colori...
Le promesse non esistono
nemmeno al di la' delle ombre.
È la Notte che ci popola
che s'aggira in punta di piedi
tra vergini e vedove stanche
di nuove parole."
Le mie mani sono ali
petali di luna confusi in questo spazio
nuvole di pioggia ballano
e il mio canto si perde con l’erba del prato
non so camminare
lungo la striscia di sole che accompagna l’orizzonte
cercavo un fiore
ed altri ancora per riporli nel tuo cuore
fili di verde cuciono le mie labbra
e il respiro imprigiona di pietra la sera
schiacciata tra corolle senza vita.
da " CERCAVO UN FIORE " poesie
http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/poesia/280159/cercavo-un-fiore/
Tronchi cavi spettinati di fronde cadenti
all'imbrunire prendono le sembianze di giovani donne
perdute nel bosco a rincorrere felci novelle e bacche succose
nelle mani un po' di tempo strappato allo gnomo degli alberi
e ai piedi anelli d'erba e corolle preziose.
Danzano le donzelle al ritmo dei tamburelli
sinuose stravaganti forme di vita
corrono verso il fiume senza sole
il riflesso degli specchi
moltiplica nuvole gravide d'inverno
e la coda del diavolo torna ad avvinghiarsi al cielo
mentre il buio oltrepassa vicoli ciechi.
(da Ombre d'acqua - 2016)
http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/1187903/ombre-dacqua_1192391
RECENSIONE alle poesie CERCAVO UN FIORE
Cerco tra gli ulivi benedetti.
“Cercavo un fiore tra cielo e acqua del ruscello” “ma sono una prigione che cammina”. In questi versi è sottesa gran parte della poesia di Tiziana Aliffi. Il vento soffia, leggero o urlante e l’autrice guarda, oltre i vetri della finestra, oltre alla vetrata, il mondo di fuori, rivedendo i campi di soia o d’orzo, risentendo l’aroma del fieno e rammentandosi “le corse in bicicletta fino a sera”. Brama la luce perché la luce la separa dai ricordi, la notte invece richiama le ombre e il “buio labirinto” della sua solitudine. Ha attorno il vuoto: “non ho radici”. La nebbia avvolge il passato e lo rende lontano. I muri della sua casa sono vuoti e “l’erba cresce coprendo il tempo”. Fuori, “tra i covoni il campo dorme e lei, “cieca e muta” è “prigioniera sul portone di quella casa senza ricordi”. Versi pensati, che sgorgano dal profondo, colmi di dolore: neanche il sogno le dà conforto. Anzi, “Cercavo un fiore”, Tiziana ripete la frase più volte e la pone proprio come titolo alla bella raccolta delle sue poesie. Con tutto il cuore le auguro di trovarlo. (di Mariagrazia Caverni)
REALTA’ e METAMORFOSI
Tiziana ri-crea la realtà che osserva nei minimi dettagli come le punte dell’araucaria o come l’ebbrezza di un respiro di mare: ho letto tutte le sue poesie. C’è tanta malinconia ma anche l’esplosione vulcanica dell’Eros che appare, anche ad occhi chiusi, in "Quando faremo l’amore". La raccolta (SASSI ) va letta e meditata. Molto. (Alfredo Bianco-scrittore)
Pochi ricordi di mia madre
sempre indaffarata
ma mai una carezza
mai un sorriso gentile
strade d'ombra
e muri di ghiaccio
silenzio statuario
niente oltrepassava il suo sguardo
eppure l'amavo
cercavo la gente nei suoi occhi
implacabile donna
temeva gli errori
giudicava anche il silenzio
lasciò tutto senza rumore
in un attimo assopita
persa in un sospiro di gelo infinito.
da "L'eco sul muro" https://ilmiolibro.kataweb.it/libro/poesia/558756/leco-sul-muro/
Ho sempre immaginato Tiziana Aliffi come una sorta di sacerdotessa della poesia. Nei versi liberi, da ogni concetto di rima e di ritmo, negli accostamenti di immagini evocate, di sensazioni quasi tattili e visive più che concettuali, lei
sembra manipolare la materia-scrittura come in un rituale sacro, un'invocazione mistica sentimentale - erotica. Al tempo stesso taglia e ritaglia frasi e parole con una modernità beatnik. I suoi momenti d'essere, che come gocce di inchiostro schizzano sul foglio, sono vicini all'idea di monologo interiore, in cui le sensazioni e le idee si susseguono come le onde del mare, le nubi nel cielo, i pensieri nella coscienza. Spesso azzardando audaci accostamenti ( " succhiami le vene di fragola e limone ", ovvero la sensualità come cibo voluttuoso ), o tensioni poetiche ai limiti dell'astratto ( " amore devitalizzato schiavo di linee parallele " ).
Lontana da ogni forma di poesia sociale, Tiziana Aliffi sceglie di raccontare se stessa, la sua passione, la sua interiorità, e lo fa con lo stesso gusto del colore e delle forme vivaci che caratterizzano i suoi dipinti ( non dimentichiamo che è anche pittrice ), un tripudio di calore e fiamma, di materia e colature.
Se la sua poesia fosse pittura, colerebbe dei colori accesi di un terso crepuscolo, e rimarrebbe impressa come dura crosta di emozioni. Ritengo che non sia sempre facile entrare nel suo mondo artistico, proprio per questo senso vago delle cose che rende la sua poesia più simile a un alone di luce
che non a sciabolate nette di luce; nei suoi labirinti si perde l'orientamento.
Ma probabilmente è proprio questo il suo pregio, il suo fascino: trovare nell'ingorgo dei suoi versi il piacere, incomprensibile e delizioso, di perdersi, se si vuole persino di annullarsi, comunque di lasciarsi andare
come alla deriva in un rito di magia.
Né bianca, né nera, né rossa: multicolore.
Ecco, quindi, il senso a quanto ho scritto all'inizio: Tiziana è una sacerdotessa.
Giancarlo Fattori (poeta) Introduzione a "Passi d'ombra"poesie
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Un mondo a rovescio
sento invadermi tra le ore
dolori scambiati per nuovi abiti lucidi di lustrini
eppure il male è già dentro
il silenzio di chi non sa ascoltare
gioca da solo
imperversa d’apparire
e le cose diventano specchietti d’allodole ferite.
Sotto la terra c’è il cielo
si dilegua il buio
torno ad essere nuvola
ricomincio a nutrirmi di luce
sotto la terra c’è il cielo.
da "Sotto la terra c'è il cielo" poesie 2012
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Soffia
il vento
sulle
brattee ricciute di verde
inciampate
tra le macchie dell’autunno
una corsa
controluce che offusca anche la terra
cercavo un
fiore
ridente di
luce o secco di tramonto
una
corolla per l’oscurità di quella nicchia tra le pietre della mia
stanza
crepe arse
si sgretolano
come
ricordi abbandonati in uno scrigno segreto
cercavo un
fiore
tra le
labbra
a illuminare l’ultimo canto d’amore.
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da "Cercavo un fiore" poesie
http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/poesia/280159/cercavo-un-fiore/
Apro le braccia
incantesimi e maledizioni
all’incrocio tra la terra e il cielo
due valli di silenzio
e un unico corallo per consolare il pianto
vieni
lento dall’acqua a modellare sabbie chiare
nudo corpo riflesso
la saliva e la mia notte
attendono lune di pietra
e occhi fantasmi.
da "Sotto la terra c'è il cielo" poesie 2012
Era il suo volto
che abitava il mio come una casa
taceva e dalle stanze mai un lamento.
Era la sua ombra che volteggiava tra le mie carni
ossequiosa e sognante ammaliava di sussurri
s’aggirava tra i miei capelli
a piedi nudi sulle zolle calde di solchi
mentre bave di vento strappavano i giorni
e dai muri opalini e stanchi
Ecco un’ altra prova, per Tiziana Aliffi, pittrice, maestra nell’arte di comporre con multicolori carte, paradisi per gli occhi, impegnata oggi a deliziarci con le immagini suscitate dalle splendide frasi che cogliamo, come esili fili d’oro, nel tessuto della sua ricca e affascinante opera in versi, la quale non ci delude né ci annoia perché costantemente si rinnova. Non ci è dato sapere quale è la molla che costringe il poeta a cambiare tono con tale frequenza e abilità, nella lotta serrata che conduce, per rendere, la sua opera simile alla luce.
“ Vorrei che le mie frasi fossero come lanterne che scivolano senza fare rumore nel mare dei giorni, mi piacerebbe rinchiudere in esse quel poco di luce, di passione, che mi colpisce…”. Accettato questo impegno, la sua opera è condannata a non venire a patti con i marosi del tempo che passa, delle abitudini di parola scritta o parlata, che incidono rughe saline sulla superficie dello scoglio, e quindi, incatenata all’obbligo di svecchiarsi continuamente, perdere la scorza che la trasformerebbe in gelido marmo, per diventare creatura giovane capace di muoversi verso altre mete: si legga un tentativo di liberarsi dal soffocante involucro della immutabilità, nel dialogo continuo e delicato che Tiziana svolge e tiene ben saldo con parole di cui oggi è smarrita la nozione che vengono lasciate libere di veleggiare in lontananza: anima, cuore, amore…
Le errabonde metamorfosi di Tiziana Aliffi vagano, così, tra schegge di colori nell’inesausta giostra di versi sospesa fra i silenzi stupiti dei “ bagnanti assorti nel nulla ” e i bisbigli inghiottiti da un “ water abbandonato sulla terrazza ” che “ ingoia silenzi d’inverno e maldicenze di paese ” , oggetto spiazzato dalla sua ordinaria collocazione che inspiegabilmente pretende la nostra attenzione, come le parole-monete che ci scambiamo senza talvolta riconoscerne l’effige. Questo water collocato altrove, ci fa provare un senso di smarrimento e commuove la sua trasformazione. Scrivere che commuove è diminuire la sensazione di sfasamento, ma non solo, che tale immagine suscita. Quel water siamo noi! Il poeta è quel water, il lettore è quel water, il barbone che ci passa accanto o che siede su una panchina è quel water, i bagnanti assorti nel nulla siamo noi! Costretti all’ascolto, non all’ascolto, ma al brusio, al bla-bla, non ci diciamo più nulla, siamo abbarbicati al nostro monologo, che viene spesso recepito come deiezione dall’altro… Fino a quando, l’araucaria, graffiando il cielo turchino, indicherà agli “ ambulanti sovraccarichi di spugne e colori ” che siamo, un cammino diverso da farsi con piedi di turchese, un cammino di mare e di lanterne, un cammino senza più insidie, nemmeno di parole.
Che sia questo il viatico che Tiziana generosamente vuole offrirci? Questo suo frinire instancabile con cui ci avverte che alcune parole scottano come braci?
Non ci resta che ringraziarla per questo ammaestramento alla prudentia. Paolo Giomi - Introduzione a "SASSI" poesie
quell’eterea figura che mi parla coi movimenti dell’aria
forse è morta quella figura buia di desideri
forse non esiste se non nella mia voglia di scappare
semplicemente vuoto
quel cono d’ombra che mi attraversa
ho cercato di riunirmi a lei
calpestandola rincorrendola sovrapponendo le mie mani
ma il vuoto regna
eppure la sento frusciare tra le mie carni
la vedo scura d’orgoglio
silenziosa di vita
forse è solo un pensiero
come quello degli angeli che si sfuma in un fiore
l’ho cercata tra le pieghe dei muri
sul lastricato della via
forse non le piacevo
o non s’è accorta
di quanto l’amavo.
da " La finestra aperta" poesie
I denti del mostro
mordono alghe di luce
si nutre di sogni d’acqua
tra giravolte d’essenza
poi s’acquieta tra le parole
senza voce danza
tra mascolini riflessi di specchio.
inedita©TizianaAliffi
“Gioco d'ombre tra rami braccia protese verso un cielo nuovo di baci
luna magica
ingobba sagome in fuga
torna a illuminare la terra di mandorle e pioggia."
Non ho che te
specchio del mio sussurro
quando mi guardi
anche l’albero mormora
piccoli fremiti di foglie
accompagnano la nebbia
mantello che scivoli addosso
preziosa tana di nulla
ho solo te
tra le lacrime e il mio disamore
ho solo te
che mi accompagni
con le mie stesse ossa
ho solo te
che giochi coi ricordi
solitudine mista a sorrisi
ho solo te
ingarbugliata pelle di me.